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COMPRENSORIO DI GUBBIO

Il Territorio dell'Alto Chiascio o Eugubino rappresenta una delle realtà più significative dell'Umbria; natura, ed arte convivono e creano una sintesi armoniosa.
Forse proprio osservando questo territorio e più precisamente la "Gola del Bottaccione" vicino Gubbio, lo scienziato Alvarez (premio nobel per la fisica nel 1966) ed il figlio avrebbero trovato la risposta alla scomparsa dei dinosauri dalla terra.
La formulazione di questa ipotesi risale agli anni 70 quando Alvarez scopri, tra le rocce della gola (dai 140 ai 65 milioni di anni), una quantità tale di iridio da supporre una catastrofe ecologica provocata dalla polvere prodotta dall'impatto di una meteorite di enormi proporzioni con la terra.
Un'altra meraviglia naturale di questo territorio è il Monte Cucco ed il parco omonimo.
Un paesaggio molto vario in uno spazio non grandissimo formato da gole, grotte, prati e pascoli ad alta quota.
Sui fianchi del monte si aprono le valli scavate da torrenti dal corso molto vivace che scorrono sia in superficie che sotterranei; come il Rio Freddo che dopo un tratto all'aperto sprofonda con cascate e rapide in una profondissima e splendida forra creando laghi nella roccia.
Altra caratteristica del Monte e del suo massiccio sono gli imponenti e profondi fenomeni carsici sotterranei .
Grotte bellissime, in alcuni punti facili anche per l'escursionista, improvvisi laghetti e corsi d'acqua formano un mondo sotterraneo affascinante ed irreale.
Ma anche l'uomo ha lasciato il segno della sua creatività costruendo sulle pendici della montagna splendidi borghi che ancora oggi la contornano. Costacciaro , Sigillo, Pescia Pascelupo, Scheggia Fossato di Vico.
Il paese più famoso del territorio è Gubbio, adagiata alle falde del Monte Ingino in posizione dominante sulla pianura.
Gubbio fu fondata dagli Umbri e ne divenne la capitale. Di questa grande civiltà conserva la più alta testimonianza : "Le Tavole Eugubine" (III - I sec a. C.), sette tavole bronzee scritte in caratteri etruschi e romani conservate nel Museo presso il Palazzo dei Consoli.
La presenza di un monumentale "Teatro Romano" (1 sec d.C.), uno dei più grnadi del suo tempo, testimonia che il paese fu anche un importante centro romano.
Gubbio ha conservato inoltre intatte tutte le testimonianze del suo passato medievale.

 
In questo territorio vivono e lavorano artigiani che sono testimonianza vivente di un passato che non vogliamo dimenticare.
Ha 88 anni, un sorriso dolcissimo, un grande senso dell'ospitalità e possiede un vero tesoro nel suo laboratorio di falegnameria.
E' Alberto detto Albertino , esercita ancora la sua professione di falegname con attrezzi che hanno più di cento anni e che sono stati costruiti in buona parte dal padre e, ancora prima, dal nonno.
Il suo laboratorio è un'opera darte e da solo potrebbe rappresentare un museo di antichi mestieri.


Percorrendo pochi chilometri possiamo raggiungere Sciabolino (è un soprannome).
E' un altro artigiano che rappresenta con altrettanta efficacia la vita lavorativa dei nostri nonni. Non sorride volentieri perché è ferito dall'indifferenza delle istituzioni per i suoi tesori: un mulino ad acqua della fine dell'800 inizi 900 ed una segheria, sempre ad acqua, perfettamente funzionanti.
Abbiamo una terza visita da fare: il Museo della Civiltà Contadina di Fossato di Vico. Un insegnante straordinario ha pensato che per far rimanere impresso nella memoria dei suoi allievi l'ingegno dell'uomo, sviluppatosi nell'arco degli anni per lavorare e ricevere frutti da una natura bella ma difficile, ha raccolto circa 3000 utensili e macchine da lavoro della vita contadina che spaziano dal 600 al 1950.
Il palazzo che ospita questa raccolta è, forse, un po' malridotto e non sufficiente a contenere tutti gli oggetti ma le spiegazioni appassionate di Gigi Galassi l'insegnante, fanno sottovalutare queste mancanze.
Il museo vive grazie alla sua tenacia ed anche qui esiste una scarsa valorizzazione da parte delle istituzioni.
Venite con noi a vedere un lungo tratto della storia dell'uomo e della sua evoluzione, salviamo con il nostro interesse questo piccolo gioiello!!!!
Ma le curiosità di questo territorio sono tante altre ancora.
A Costacciaro è esistita ed ancora esiste l'Università Agraria degli Uomini Originari.
L'Università possiede almeno dal 1289 (data del primo documento che attesta la sua esistenza ) l'intero Monte Cucco e parte del suo gruppo montuoso per un totale di circa 1700 ettari.
La proprietà è indivisa, nessun "uomo originario" possiede un proprio pezzo di montagna.
Solo gli abitanti di Costacciaro hanno la qualifica di "uomini originari" e la famiglia deve risiedere nel territorio di questo bel borgo da almeno un secolo. Le donne possono entrare a far parte della comunità solo se vedove od orfane di uomini originari che non abbiano eredi maschi.
Oltre all'indivisione della proprietà ed al fatto che nessuno può continuativamente avere l'uso della stessa parte di montagna, l'altra caratteristica interessante è che l'uso dei boschi e del territorio non è precluso a chi non fa parte dell'Università Agraria (università nell'accezione di "tutti") degli uomini originari. Infatti alcune zone di bosco erano destinate al taglio da parte di persone povere e quest'ultime potevano macinare i cereali gratuitamente nei mulini dell'università. (E' ancora visibile un bellissimo ed antico frantoio).
Gli uomini originari hanno sempre gestito il territorio con criteri che possono sembrare arcaici ma sono in realtà modernissimi sia da un punto di vista sociale sia dal punto di vista della difesa ambientale.
La natura è rimasta pressoché integra pur dando nell'arco di circa 8 secoli tutti i suoi frutti . Il concetto del risparmio e cura delle risorse ed una gestione comunitaria della montagna hanno permesso un felice rapporto tra uomo e natura fino ai nostri giorni.

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